Caro lettore, oggi ci spingiamo verso l’interno dell’isola bella, lasciamoci alle spalle l’azzurro del mare che la circonda.
Percorriamo questa volta la zona interna a sud ovest della Sicilia. Tra le colline brulle ed i colori aspri della campagna sicula nella canicola estiva, scorgiamo dinnanzi a noi un monte solitario troncato nella cima da mano sapiente della natura, il Monte San Paolino.
Alle pendici del monte un agglomerato di piccole case bianche che si dipanano tra viuzze di pietra lavica circondano il monte dando una visione suggestiva. Sembra quasi che il paesino avvolga la rocca di San Paolino.
Siamo a Sutera, uno dei borghi più belli d’italia.
Città che leggenda vuole ideata da quel famoso Dedalo, architetto eclettico nel mito greco.
Ma andiamo con ordine ed immergiamoci nel mito.
Il Minotauro era stato sconfitto da Teseo, che aveva abbandonato Arianna nell’isola di Nasso ed era stato punito dagli Dei con il suicido del padre Egeo, nome dal quale porta il nome il mare della Grecia.
Sceneggiatura avvincente degna di esperti autori di serie su Netflix.
Dedalo, costruttore del famoso labirinto e protagonista principale delle vicende di Creta, era fuggito con il figlio Icaro ideando delle ali con piume di uccelli unite con la cera. Ma nella fuga in volo Icaro era precipitato a causa della smania di avvicinarsi al sole.
Dedalo dopo aver sorvolato il Mar Mediterraneo atterrò su un’isola ridente, dove si innalzava un’immensa montagna di fuoco, l’Etna.
Il re della popolazione dei Sicani Kocalo accolse Dedalo e lo coprì di onori.
Kocalo donando una coppa di vino in segno di ospitalità disse a Dedalo “ Si il benvenuto grande Dedalo! Ospite illustre nel mio regno ti prego di restare qui con tutti gli onori. Ti chiedo di donarci la tua grande scienza per progettare e costruire una città fortificata così da poter testimoniare nei secoli a venire la tua presenza su quest’ isola”.
Così Dedalo si mise all’opera. Iniziò a progettare una cittadina intorno ad una montagna gessosa, tronca nella cima. Costruì case intorno alle pendici con strade strette, vie che si dipanavano tra le casette bianche arrampicate intorno al monte, scalinate ripide e cortili interni, mura fortificate, dove il viandante, ammaliato di tanta bellezza, perdeva l’orientamento.
Agli occhi dell’osservatore si presentava un meraviglioso labirinto urbano: Sutera.
La firma di Dedalo era evidente. Talmente tanto che ben presto si sparse la voce della creazione di una così bella e particolare cittadina. La notizia giunse così alle orecchie di Minosse, ancora irato per la fuga di Dedalo dal labirinto di Creta. Minosse e la sua corte sbarcarono sulle rive della Sicilia, in quella striscia di costa oggi conosciuta come Eraclea Minoa.
Minosse per aver prova di ciò che sospettava quando fu accolto alla corte del re Kocalo disse “prometto un immenso tesoro a chi risolverà questo enigma: come far passare un filo di spago attraverso la spirale di una conchiglia?”
Kocalo ovviamente per vincere l’indovinello ricorse all’ingegno di Dedalo, il quale legò il filo di spago ad una formica, che entrò nella conchiglia, fece il percorso della spirale ed uscì.
Kocalo vinse la prova e Minosse ebbe la certezza della presenza di Dedalo.
Come sfuggire dalla vendetta di Minosse?
Grazie alle figlie di Kocalo, legate a Dedalo dall’amore, che invitarono il re di Creta a fare un bagno ristoratore in cui Dedalo versò acqua bollente dall’odore acre di zolfo che ustionò a morte Minosse.
Dedalo aveva infatti scoperto le acque termali del monte Kronio (oggi Monte San Calogero). Successivamente costruì una serie di cunicoli per incanalare i fumi terapeutici delle acque.
Tu Lettore potrai vedere cosa ne resta alle terme di Sciacca.
Ucciso Minosse Dedalo restò alla corte del re Kocalo, passando il resto della sua vita in Sicilia, utilizzando la sua scienza per creare nuove invenzioni e probabilmente nuove città.
Lettore se vuoi avere prova del passaggio di Dedalo in Sicilia soffermati a guardare Sutera dalle bianche mura.
Potrai in essa scorgere la prova che il mitico labirinto cretese continua a vivere nelle forme di Sutera.